Il teatro al lavoro: Toni Servillo al Teatro Verdi
Il 22 gennaio, al Teatro Verdi di Pisa, è avvenuto l’incontro con Toni Servillo in occasione della presentazione del docufilm Il teatro al lavoro. L’evento (che ha fatto sold out) nasce da una collaborazione tra il cineclub Arsenale, il Teatro Verdi e l’Università di Pisa.
Cineclub Arsenale, Teatro Verdi, Università di Pisa. Tre realtà  per tre ambiti (apparentemente) diversi, accumunate dalla passione e dalla forte presenza sul territorio. É la loro fruttuosa collaborazione che, il 22 gennaio, ha reso possibile l’incontro con un personaggio di spicco nel panorama italiano: Toni Servillo, che (dopo aver presentato già  due anni fa il suo spettacolo Le voci di dentro) si è qui presentato in veste di protagonista del docufilm Il teatro al lavoro (regia di Massimiliano Pacifico).
La serata, introdotta da un’analisi accurata del lavoro teatrale dell’attore partenopeo (con qualche strizzatina d’occhio al suo cinema) a cura della professoressa Anna Barsotti (che ha dedicato grande attenzione all’argomento, confluita – poi – in un libro edito da Titivillus Edizioni), è proseguita con la proiezione, in anteprima regionale, del film stesso all’interno della meravigliosa cornice del Teatro Verdi, per poi concludersi con una tavola rotonda che ha visto Servillo rispondere alle numerose curiosità di un pubblico appassionato e attento.
La scelta di proiettare all’interno di un teatro è sembrata la più consona al tipo di film che si è andati a presentare: un documentario che segue le varie fasi della costruzione di uno spettacolo, Elvira, adattamento dell’Elvire Jouvet 40 di Brigitte Jaques, a sua volta trascrizione delle sette lezioni sul Don Giovanni di Molière tenute dall’attore francese (e mentore dello stesso Toni Servillo) Louis Jouvet. Quello che colpisce è, intanto, la scelta deliberata di non seguire un ordine cronologico nella narrazione, prediligendo un racconto quasi corale di quello che significa fare teatro. Seguendo la compagnia in tour, Pacifico ci mostra l’emozione dei giovanissimi attori nel far parte di un laboratorio, dove la responsabilità di costruire qualcosa insieme incontra la voglia di mettersi in gioco, presentando ogni sera in modo nuovo un personaggio in cui perdersi e insieme ritrovarsi, in quella parentesi sospesa tra finzione e realtà che è resa possibile solo da quest’arte secolare. Arte che è anche e soprattutto un mestiere (un lavoro, appunto) che si affina con lo studio e la pratica e – ci tiene a precisare Servillo – non è per tutti. Quindi largo ai silenzi, alle camminate, agli attimi di memoria rubati, allo stress delle prove generali: nulla sfugge all’occhio attento del regista, che nel mostrarci delle grandi lezioni di teatro sembra parlare soprattutto a chi, a questo gioco, partecipa in prima persona.
Assistere a un evento di tale portata è stato un privilegio che ha accumunato le quasi ottocento persone che hanno riempito il Verdi “come la migliore replica di uno spettacolo”. Vedere così tanta gente insieme per celebrare l’arte è qualcosa che in qualche modo, lancia un messaggio di speranza.
Gaia Barillà per Radioeco
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